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Sul lungolago di Nemi tornano gli archeologi

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NEMI - Dopo l’ipotesi avallata da studi, che in fondo al lago di Nemi, si nasconda la terza nave dell’Imperatore Caligola, gli archeologi sono convinti che il polo archeologico, costituito dal Santuario e dal vicino Tempio di Diana, sia stato edificato dalle popolazioni latine ben prima del V secolo avanti Cristo, come finora si è pensato. 

Gli scavi della campagna archeologica, iniziati il 18 luglio, termineranno il prossimo 2 settembre 2016, con lo scopo di passare al setaccio l’intera zona, situata al confine con i Comuni di Ariccia e Genzano di Roma. Un’area situata a due passi dal museo delle navi romane che offre una vista incantevole sul lungolago e sull’adiacente area boschiva e che all’epoca del massimo splendore si estendeva per oltre 4 ettari. In quest’area edificata dalle popolazioni pre-romane intorno al 1500 a.C., poi ampliata dagli Etruschi intorno al 500 a.C., si trova anche l’unica e vera fonte della ninfa Egeria, una delle principali vestali della dea Diana, che aiutava le donne latine a partorire nelle acque del lago, rese tiepide dai fenomeni di vulcanesimo secondario. L’intera area si trova a pochi passi dalla via Sacra che conduceva fin sulla vetta di Monte Cavo, dove venne eretto il tempio di Giove Laziale. Giove Laziale e Diana erano considerate le due principali divinità del mondo romano.
 
Tra lo staff di studiosi che seguono la campagna di scavi, troviamo archeologi provenienti dall’Università La Sapienza di Roma, dall’Università degli Studi di Perugia, dall’Università LMU, Ludwig Maximiliam Universität, di Monaco di Baviera e della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.
Una storia affascinante quella legata al lago di Nemi, pronta a svelare ancora episodi di un passato unico, avvolto nel mistero.


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