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Ariccia, Emilio Tomasi: "Alternativa democratica aperta al centrosinistra che non si riconosce in Serra Bellini"

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ARICCIA - L'ex consigliere comunale delinea il perimetro di azione politica del movimento creato insieme a Paolo Ermini

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

A diverse settimane ormai della sfiducia al sindaco Emilio Cianfanelli (LEGGI l'articolo), Emilio Tomasi - protagonista di quel delicato passaggio politico insieme al collega Paolo Ermini, anche lui uscito dal gruppo consiliare del Pd - interviene nell'analisi della scena politica cittadina rispondendo ad alcune nostre domande.

 

Ad ormai un mese dalla sfiducia a Cianfanelli i veleni delle prime ore sono passati. Resta ancora qualche cosa da chiarire dopo il serrato botta e risposta dei giorni successivi alla caduta del sindaco?

Posso dire che le nebbie si sono diradate. Avevamo ragione noi. Serra Bellini non rappresenta la discontinuità.

Egli non si duole del nostro allontanamento ma anzi dichiara che Emilio Cianfanelli fa parte della sua squadra.

Alternativa democratica in queste settimane ha difeso la propria posizione appunto "alternativa" a quella del Pd. Il solco nel quale si muove la vostra azione è dunque quello parallelo al Pd e al centrosinistra?

Alternativa Democratica (A.D.) declina i valori del centrosinistra. In tal senso non tollera alcun tentativo di inutile consumo del territorio, sia esso pubblico che privato, pretende una edilizia concordata trasparente e vuole dare a tutti i cittadini pari opportunità di lavoro e di promozione nelle istituzioni cittadine.

A.D. è ovviamente alternativa al PD ariccino. Un partito in cui qualcuno non solo non ha favorito le primarie ma addirittura vi si è battuto contro e dove il candidato sindaco dopo aver per anni contestato la validità del tesseramento si è servito di quelle stesse tessere pur di veder confermata la propria candidatura.

A lei ed a Paolo Ermini si guarda con grande attenzione: siete a buon diritto considerati uno degli aghi della bilancia delle prossime elezioni. Come vi collocate in questo scenario?

Abbiamo dovuto prendere forzatamente atto che Serra Bellini non è stato sintesi delle nostre istanze. Ci ha preferito Valentino Cianfanelli e Bruno Astorre. Il primo, segretario del PD ariccino affannatosi a raccogliere firme contro le primarie. Il secondo, ritenuto dal centrosinistra cianfanelliano padre degli accordi urbanistici tanto avversati detti “Colline Romane”.

Do atto al mamilio.it di aver immortalato il momento di tale abbraccio ancor prima che la candidatura di Serra Bellini si fosse definitivamente affermata all’interno del direttivo del partito (19.01.2016).

Pertanto oggi ci confrontiamo con i cittadini. Cerchiamo convergenze programmatiche. Discutiamo con tutte le forze politiche di progetti e non di persone.

Il futuro di Alternativa democratica è in una alleanza con forze di centrosinistra che non sposano il Pd o in altre direzioni?

Ad Ariccia occorre confrontarsi con un dato ineludibile. 20 anni di Governo Cianfanelli hanno completamente disgregato e parcellizzato il centro sinistra. Nell’ultima consiliatura Cianfanelli ne era un magro leader, immagini oggi, dopo l’allontanamento di diversi consiglieri dal Pd, quanto di esso sia rappresentato dal candidato Serra Bellini.

A.D. guarda certamente al centrosinistra. A tutto quel centrosinistra che non si riconosce nel binomio Cianfanelli-Serra Bellini.

Parlando di programma: quali i punti forti e le idee in contrasto con lo sviluppo di Ariccia proposto da Serra Bellini e Cianfanelli?

Un altro dato ineludibile. Cianfanelli non è mai stato in grado di far approvare un PRG (Piano Regolatore Generale).

Nel 1997 furono spesi per la redazione del PRG 500.000.000 di Lire e in questa consiliatura circa 700.000 Euro per l’atto ad esso prodromico, il piano di indirizzo, in entrambi i casi senza alcun risultato.

Mio malgrado ho dovuto constatare che Cianfanelli ad una pianificazione generale del territorio non è mai stato veramente interessato.

Ad essa ha mostrato di preferire  le varianti ad personam (spesso sconosciute ai consiglieri comunali sino al momento precedente all’approvazione in consiglio comunale), gli accordi di programma con i grandi imprenditori (accordi che hanno determinato in alcuni casi anche maggiori cubature rispetto a quelle originariamente concordate) i contratti di quartiere indifferenti alle aree boscate.

Alternativa Democratica vuole un PRG redatto in house (realizzato dal personale comunale) e discusso con la comunità così come era previsto anche dal programma di Cianfanelli nel 2011 e che invece a caro prezzo è stato redatto da professionisti esterni.

Non mi aspetto nulla di diverso da Serra Bellini.

A.D. è per la realizzazione di una zona artigianale, è per la valorizzazione delle aree archeologiche e delle aree boscate. E’ per il recupero della zona industriale, sin ora abbandonata ad uno sviluppo casuale, dove possa essere ripristinata una adeguata viabilità ed efficienza dei servizi, realizzata una stazione ferroviaria funzionale allo scambio ferro-gomma. Il tutto anche in collaborazione con i comuni viciniori al fine di attrarre i fondi comunitari.

Alternativa Democratica è per l’ottimizzazione dei costi dell’amministrazione locale la cui ambizione deve essere, per quanto di sua competenza, la progressiva riduzione della pressione fiscale.

Altre cose ci legano al passato: l’interesse per il sociale, il progetto culturale e l’attenzione all’associazionismo. Quest’ultimo, purché sia frutto del grande fermento associativo presente sul nostro territorio piuttosto che dell’indirizzo dell’amministrazione, va sostenuto ed adeguatamente sovvenzionato.

Ed in opposizione a quanto stanno facendo Di Felice ed i suoi?

Le voglio svelare un segreto. Roberto Di Felice ed i suoi erano parte della coalizione che portò alla vittoria di Emilio Cianfanelli nel 2006. Roberto Di Felice curò personalmente la stesura del programma di quella tornata elettorale, condivise con noi le difficoltà del risanamento del bilancio ereditato dal governo precedente e si spese alla nostra stessa stregua per la realizzazione dell’Ospedale pubblico dei Castelli Romani.

Ciò sino a quando abbandonò la coalizione. Da quel momento Roberto Di Felice, in ossequio alla visione manichea della politica di stampo cianfanelliano, rappresentò il male assoluto.

E’ noto che Cianfanelli si arroga il diritto di classificare le persone e la loro azione politica in base al sostegno o meno alle sue idee. Si guardi a questo proposito quanto detto nei confronti miei e del collega Paolo Ermini in questi giorni. Ormai è un canovaccio conosciuto.

Nel complesso un modus agendi che, come già accennato, ha frantumato il centro sinistra.

Ad ogni modo, scevri da queste categorie mentali, amiamo confrontarci con tutti sulla nostra idea di città.

 


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