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Frascati, Zaratti (Sel), Cirielli (FdI), Paoli ed Adotti (Progetto): quelli che dicono "no"

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FRASCATI (politica) - Ieri pomeriggio l'incontro pubblico per esporre le ragioni della contrarietà al referendum del 4 dicembre

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Un incontro per analizzare la riforma costituzionale oggetto del referendum del 4 dicembre, vista dalla sponda del "no". Ieri pomeriggio presso la libreria "Mondadori" a parlarne si sono ritrovati Alessandro Adotti e Davide Paoli di Progetto Frascati e gli onorevoli Filiberto Zaratti (Sel) e Edmondo Cirielli (Fratelli d'Italia).

"Peccato - ha aperto Adotti - che questa occasione rappresenti, nonostante l'importanza dell'argomento in oggetto, un momento così divisivo per la politica e per gli italiani. La strumentalizzazione e la personalizzazione del referendum sono profondamente sbagliate. Assolutamente sbagliato è il composto referendum più Italicum che lascia ampiamente perplessi e che rischia di lasciare il Governo della nazione nella mani di forze politiche minoritarie ma premiate oltre misura".

Il giovane avvocato Paoli ha poi illustrato i contenuti della riforma. "Ci sono diversi aspetti che erano  e restano nebulosi e per i quali è difficile prevedere cosa accadrebbe a medio termine se dovesse passare la Riforma". Nel mirino la composizione del nuovo Senato a 100 componenti, il riaccentramento di poteri allo Stato provenienti dalle Regioni e lo stesso "voto a data certa" per i dercreti legislativi. "Molti conti non tornano e la sensazione è che sia stata messa troppa carne al fuoco senza grande lungimiranza".

Quindi è toccato ai parlamentari: Zaratti e Cirielli, disposti su banchi ben lontani nell'arco istituzionale della Camera e oggi vicini nel "no" alla Riforma.

"E' stato sbagliato da subito il metodo - ha detto Zaratti -: serviva un confronto ampio, una larga condivisione ed un accordo che trovasse tutti o quasi favorevoli. Invece la maggioranza di Renzi, ben lungi da quanto fecero i padri costituenti dopo la Seconda guerra mondiale, questa Riforma se l'è approvata la sola dal momento che le opposizioni sono uscite dalle Aule parlamentari". E ancora: "Personalizzare questa Riforma e renderla lo strumento del proprio consenso è stato un errore clamoroso ed inaccettabile: la realtà è che se vince il "sì" si arriverà ad un accentramento del potere ben più spinto di quello che c'è oggi e che in questi anni, per esempio, ha permesso al premier di piazzare i propri uomini in molti dei gangli delle istituzioni e delle nazionalizzate. Una così alta percentuale di fiorentini e toscani nei posti di potere italiani non si è verificata neanche ai tempi dei Medici...".

"La Costituzione fino ad oggi - ha aggiunto il deputato Sel di Rocca Priora - ha garantito democrazia e rappresentatività: la modifica, profonda, che si vuole far passare non si giustifica in nessun modo. La nostra è una Carta piena di pesi e contrappesi, perfettamete bilanciata: questa Riforma invece non garantisce tutti né tantomeno la democrazia. C'è poi il falso mito dell'abolizione della "navetta" per l'approvazione delle leggi ordinarie, il passaggio tra Camera e Senato. Ebbene: negli ultimi anni solo il 4% delle leggi approvate dal Parlamento è stato oggetto di questo strumento che quando intervenuto è sempre servito, da garanzia, per evitare clamorosi errori. L'Italia è il Paese europeo dove si approvano più leggi, altro che favole. E da noi alcune leggi si approvano in maniera estramamente veloce: la Fornero, ad esempio, della quale tutti conosciamo oggi i limiti, ha impiegato appena 18 giorni".

Insomma, un "no" deciso. "Non c'è niente di questa Riforma che convinca. Vogliamo parlare della "clausola di garanzia"? Si tratta solo di un fermo tentativo di portare ad un ulteriore accentramento di potere".

"Il metodo racchiude tutta la negatività del merito", ha infine esordito Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia, forza politica rappresentata in sala anche da Marco Silvestroni e Francesco Lollobrigida. Tra i presenti anche il sindaco di Monte Compatri Marco De Carolis.

"Il fatto che sul "no" si trovino forze politiche così lontane come Sel e Fratelli d'Italia fa capire che il buonsenso dei cittadini e della Nazione è per il "no". La Costituzione non è una Carta non modificabile, eterna: le modifiche possono essere fatte ma devono essere largamente condivise. Inoltre credo che lo strumento dell'articolo 138, quello previsto per questa profonda Riforma che tocca quasi 50 articoli della seconda parte della Carta, sia il meno adatto. Per una cosa del genere sarebbe utile una seconda Costituente".

"La verità è che una maggioranza parlamentare raccogliticcia vuole modificare la nostra Costituzione profondamente: se quello di Renzi, come ormai chiaro a tutti, voleva essere il tentativo di una legittimazione del proprio Governo di tipo plebiscitario non ci stiamo ed è obiettivo già fallito". "C'è poi un dato oggettivo: nessun costituzionalista è in grado di prevedere quello che accadrà dopo il 4 dicembre in caso di vittoria del "sì": corriao un grande rischio, ci troviamo di fronte ad una certa politica che cerca legittimazione con lo strumento di un refendum del quale si ignorano i reali effetti".

 


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