Dopo tanti ostacoli e un inizio fatto di incertezze e speranze, inizia a prendere forma il progetto tutto in rosa del rugby tuscolano. E la forma è di quelle che ci piacciono davvero. La trasferta di domenica a Bologna è stata un’ulteriore conferma dell’ottimo lavoro svolto fino ad oggi dalle ragazze della Serie A femminile che, lottando con grinta e determinazione contro il XV emiliano fino all’ultimo minuto, hanno portato a casa un risultato carico di orgoglio e fiducia nel futuro. Una sconfitta sì (30-21), ma che per le ragazze del Frascati Rugby Club allenate da Giorgio Farina e Luca Varriale si legge diversamente. «Nel primo tempo – ha detto Farina – quando eravamo sotto di 20 a 0, siamo riusciti a segnare una meta che ci ha ridato fiducia. Poi nel secondo tempo le ragazze sono cresciute, riuscendo a rimettersi in gara fino a 5 minuti dalla fine sul 25 a 21. Sono davvero soddisfatto perché hanno dimostrato – ha concluso Farina – di essere un gruppo forte e compatto capace di affrontare le numerose difficoltà che viviamo, soprattutto in questo momento della stagione».
Dello stesso avviso Luca Varriale: «Il percorso intrapreso è lungo e importante, ma finalmente iniziano a vedersi i primi risultati. Soprattutto dal punto di vista difensivo, le ragazze iniziano a capire bene dove sono utili e come devono intervenire. In attacco devono ancora prendere fiducia, ma quando lo fanno esprimono davvero un gioco piacevole. Quello che però è davvero cambiato è il senso di appartenenza e il sentirsi davvero squadra. Un aspetto per me fondamentale e che ha fatto crescere anche noi allenatori, facendoci sentire parte di qualcosa di davvero grande. Oggi le ragazze sanno finalmente reagire in modo unitario ai momenti sia negativi che positivi. Purtroppo i numeri non sono dalla loro, perché sono davvero poche e se una o due non danno il 100% ne risente immediatamente tutta la squadra».
Sul pullman, di rientro da Bologna, abbiamo rivolto qualche domanda al capitano della Serie A, Mikaela Comazzi:
Mikaela, come è andata la partita?
Per spiegarla occorre tornare a settembre, quando abbiamo intrapreso questa avventura con un gruppo entusiasta di imparare e di mettersi in gioco ma che ancora aveva tanta strada da percorrere. Nel corso del tempo, grazie ai nostri nuovi allenatori, abbiamo cambiato completamente modo di approcciare al rugby e la partita di Bologna ne è il risultato. Stiamo crescendo non solo come singole giocatrici, ma soprattutto come squadra. Se a inizio anno subivamo tantissime mete e non riuscivamo a concludere un’azione, ora il nostro punto forte è la difesa e da qualche partita riusciamo anche a segnare.
Vi sentite competitive rispetto alle squadre che incontrate?
Mi sento di dire che possiamo essere competitive non solo con le squadre che sono più o meno vicine in classifica, ma anche con quelle che oggi sono più in alto.
Cosa pensi che occorra per fare un salto ulteriore?
Continuare a lavorare sulla scia di quanto fatto fino ad oggi, ma fondamentale per arrivare in alto è aumentare il numero delle giocatrici. Bisogna essere di più!
Come descriveresti il rapporto che c’è tra di voi?
In campo siamo compagne di squadra che cercano di sostenersi e che hanno piena fiducia l’una dell’altra, fuori dal campo siamo un bellissimo gruppo di amiche.
Cosa rispondi a chi dice che il rugby è uno sport solo maschile?
Rispondo solo una cosa: tutti gli allenatori, e sottolineo tutti, che sono venuti ad allenarci hanno ammesso che, pur essendo prevenuti nei confronti della palla ovale declinata al femminile, si sono dovuti ricredere…
Una descrizione di Giorgio Farina in 3 parole
Allora, Farina in 3 parole descritto da una delle sue giocatrici preferite, che però rimarrà segreta: competente, preparato e soprattutto paziente visto che sa aspettare e apprezzare ogni nostro piccolo progresso.
Obiettivi per il prossimo anno
Noi abbiamo un obiettivo a lungo termine che è quello di vincere il campionato di Serie A, quindi che ci vogliano uno o due anni non fa differenza. L’importante è arrivare alla meta.
Sono pesanti i lunedì mattina dopo queste lunghe trasferte in pullman?
Sicuramente sì, visto che la maggior parte di noi lavora o studia, ma sono sacrifici che tutte noi facciamo con piacere perché amiamo il rugby e le soddisfazioni che ci regala.
Una domanda che non ti ho fatto ma che avresti voluto ricevere?
Credo che tu sia stata piuttosto esaustiva, ma ci tengo a dire ancora che sono davvero orgogliosa di far parte di un gruppo così bello e affiatato, che ogni giorno dimostra la grande voglia che ha di imparare e migliorarsi.