GROTTAFERRATA (politica) - Caccia ai 3 nomi che potrebbero firmare le dimissioni insieme alla minoranza per far cadere la consiliatura
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Ore frenetiche: ore dove c'è un cerino da prendere in mano e dove c'è un sindaco che cerca di giustificare il calcio che ha assestato (malamente) nel sedere dei propri ex assessori (LEGGI l'articolo). Cercando di resistere anche a questa ennesima buriana.
In queste ore buie, però, non tutti i conti tornano. Proviamo a ragionare.
Il sindaco, messo all'angolo da una parte importante dei propri consiglieri di maggioranza, si rifugia nei fedelissimi della prima e dell'ultima ora. Quelli della prima a lui sono legati con un elastico che si tende e si rilassa ciclicamente: il riferimento è in particolare a Gianluca Paolucci, ex vice sindaco trombato senza pietà un anno fa e a Rodolfo Mariotti, prima sodale, poi acerrimo nemico ed oggi di nuovo al capezzale del sindaco in difficoltà. I nuovi fedelissimi sono essenzialmente Fabrizio Marconi e soprattutto Giampaolo Petrosino, ovvero i due consiglieri subentrati in primavera come graditissimo omaggio post dimissioni dei recalcitranti (ma anche qui i conti non possono tornare) Tocci, Luigi Spalletta e Chiara Stirpe.
Chi non rientra più nelle due schiere è giocoforza Claudio Consoli, ex fedelissimo del sindaco pugnalato alle spalle con una revoca delle delega velenosa motivata, come per gli altri ex assessori, con una "inidoneità ad incarichi fiduciari" e con un lavoro nel quale sarebbe mancato "il necessario coinvolgimento degli operatori, dei consiglieri e dei cittadini". Ai suoi ex assessori il sindaco ha sostanzialmente detto di essere degli incapaci e inaffidabili.
LA NUOVA GIUNTA - C'è molto da dire e saremo sintetici. Normale che il sindaco provi a giocarsi fino in fondo le sue carte. Ci sono almeno 3 assessori maschi in pectore, per i quali manca solo la nomina: Giampaolo Petrosino, Gianluca Paolucci e Rodolfo Mariotti. I nomi sono questi, c'è da esserne sicuri. Sul fronte femminile l'incertezza è maggiore e non è detto che il sindaco possa ripartire con una Giunta a soli 3 assessori.
E Fabrizio Marconi? Per lui sarebbe pronta (e lo avevamo scritto tempo fa) la poltrona di presidente del Consiglio, da sfilare ovviamente a quel Marco Bosso che oggi la occupa. D'altra parte, con rimborso uguale a quello degli assessori, l'incarico di numero 1 dell'Assise, con ancora potere di voto in Consiglio, fa senza dubbio gola ad un politico navigato come l'ex consigliere comunale di Frascati e della Provincia di Roma.
L'alternativa, per tentare di tenerle vicino a sè, sarebbe quella di promettere deleghe a Moira Masi e Roberta Covizzi (Forza Italia) o ancora più di ritentare il "ripescaggio" di Michela Palozzi. Ripescaggio che appare impossibile, come detto, per Consoli.
POSIZIONAMENTI - Ieri sono accaduti due fatti nuovi, un po' strani. Prima Vincenzo Mucciaccio ha deciso di lasciare il gruppo di Forza Italia per mettersi in quello misto (LEGGI l'articolo). Più che rompere col sindaco, passaggio questo che Mucciaccio non avrebbe minimamente in animo, la sensazione è che il giovane consigliere abbia voluto affrancarsi da un partito che con la nomina di Aracri a commissario straordinario col compito (pare) di chiarire la situazione potrebbe imporre una linea ben decisa (LEGGI l'articolo). Quale linea è tutto da capire.
In serata, poi, è toccato a Giovanni Curcio uscire dal gruppo della lista del sindaco "Grottaferrata per noi" per andare anche lui in un gruppo misto dove ovviamente non c'è alcun vincolo di voto (LEGGI l'articolo). E la posizione di Curcio sembra decisamente più critica nei confronti del sindaco.
IL CERINO - Chi prende, dunque, in mano quel cerino che serve per appiccare l'incendio e far decadere all'istante il sindaco e la sua consiliatura? Qui il discorso si complica ma neanche troppo. Servono 3 nomi da affiancare ai 6 di minoranza (Pd: Broccatelli, Rotondi, Roscini; Città al governo: Rita Consoli, Lo Cicero; 5 stelle: Scardecchia). Roberta Covizzi e Moira Masi sembrano molto mal disposte nei confronti degli ultimi accadimenti ed in particolare la capogruppo di Forza Italia in passato ha sempre diffidato il sindaco a rimpastare. Il terzo nome potrebbe essere quello del citato Curcio ma in finestra pronti a seguire l'onda potrebbero esserci anche Alessandro Pizzicannella (Fratelli d'Italia) e il già citato Bosso.
Il dado dovrebbe comunque essere tratto entro il fine della settimana.