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Frascati: quell'Assestamento di Bilancio che costò la pelle a Spalletta

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FRASCATI - Il 23 luglio scorso i revisori bocciarono l'ultimo documento economico presentato prima della sfiducia del 29. Un documento che oggi sarebbe ancora nelle mani del commissario Strati

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Quanto ha pesato quella bocciatura dell'Assestamento di Bilancio incassata dall'ex sindaco Alessandro Spalletta anche nel suo ruolo di assessore al Bilancio della propria Giunta?

C'è una controanalisi che probabilmente deve essere compiuta ora che, mentre il commissario prefettizio mette mano alla cosa, il nome di Spalletta dopo un'estate passata in religioso silenzio (e noi che aspettiamo la verità, tutta la verità...) torna di moda con la clamorosa possibilità di vedere l'ex sindaco nuovamente in pista seppur in veste ripulita di novello alfiere del civismo (LEGGI l'articolo).

Insomma: c'è chi, tra le file della vecchia maggioranza, sia convinto che a costare la sfiducia al sindaco che ha riportato il commissario a Frascati dopo 55 anni (LEGGI l'articolo dell'1 agosto) sia stato proprio quell'Assestamento del Bilancio 2015 per il quale nel torrido e decisivo mese di luglio Spalletta ha ricevuto, a distanza di un paio di mesi una nuova bocciatura da parte del collegio di revisione (LEGGI l'articolo del 23 luglio).

In attesa che dunque l'ex sindaco, come promesso lo scorso 30 luglio (LEGGI l'articolo del 30 luglio) riveli le sue verità ("Ci sarà tempo e modo per spiegare cosa è accaduto", disse Spalletta), non ci si può non interrogare sulle effettive motivazioni che spinsero i revisori a bocciare l'Assestamento e che avrebbero convinto i 7 consiglieri del Pd (e sì, perché i cuori coraggiosi della lista "Frascati democratica" scelsero di non staccare la spina, LEGGI) a sottoscrivere le proprie dimissioni per mandare a casa un sindaco ormai fuori da ogni controllo.

Mentre dunque Spalletta starebbe meditando l'ultimo sgambetto ad un partito nel gennaio del 2014 lo scelse e lo portò alla vittoria (a farlo vincere furono i 250 voti personali conquistati da Gianluigi Peduto, i 202 di Matteo Filipponi, i 166 di Antonella Ratini, i 164 di Ercole Zangrilli, i 167 di Sergio Carlini, i 149 di Claudio Cerroni e via dicendo, non le chiacchiere), si attende di conoscere i contenuti di una bocciatura dell'Assestamento sul quale - evidentemente - il Pd, dopo aver protetto il sindaco (seppur a sportellate...), ha deciso di non prestare più il fianco.


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