LANUVIO - La 18enne uccisa da una meningite fulminante di rientro dalla Gmg di Cracovia aveva i nonni paterni civitani
ilmamilio.it
Una morte assurda, inaccettabile ma resa più sopportabile (per quanto umanamente possibile) dalla grande fede che sorregge papà Enrico e mamma Leila.
La salma di Susanna Rufi, la 18enne uccisa nei giorni scorsi da una meningite fulminante mentre era di rientro dalla Giornata mondiale della Gioventù svolta a Cracovia e si trovava a Vienna, è arrivata ieri sera alle 19.30 al cimitero di Lanuvio. Lì, la famiglia Rufi, ha la tomba di famiglia dove riposano i nonni paterni, originari del piccolo comune castellano. Ad accompagnare la ragazza, che viveva all'Appio Claudio ed era una animatrice della parrocchia di San Policarpo, in una delle zone più belle e vivaci del tuscolano, una piccola folla di amici, compagni di scuola, colleghi del padre e della madre. Con loro anche il parroco di San Policarpo, don Pino Conforti ed il sindaco di Lanuvio Luigi Galieti, cugino del papà di Susanna.
Un'ultimo, estremo saluto - che non può essere mai un addio - straziante: gli amici si sono stretti intorno alla famiglia, il padre Enrico Rufi, giornalista storico di Radio Radicale, la mamma Leila e la sorella sedicenne Margherita. "Di un milione di giovani che erano in Polonia - ha sussurrato la mamma ad un cronista ieri - solo la mia Susanna non è tornata".